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venerdì 20 maggio 2022

Le scarpe del ballerino


Almerindo Fiorindo De Rigobertis è stato uno dei più noti e applauditi ballerini degli inizi del '900.

I suoi esordi però non furono facili: sul palco il De Rigobertis era goffo e scoordinato, non riusciva ad andare a tempo né con la musica né con gli altri ballerini, e trovava ingaggi solo in spettacoli di quart'ordine come "ballerino buffo", dal momento che i suoi miseri tentativi suscitavano l'ilarità degli spettatori. Di questo, l'artista soffriva molto, ma sopportava perché la passione per la danza era la sua vita e pur di potersi esibire era disposto a subire anche il ridicolo.

Nel settembre del 1902, però, si presentò ad uno dei più noti impresari dell'epoca e e riuscì ad ottenere una audizione. Come racconta l'impresario: "Abitualmente non do alcuna retta a postulanti sconosciuti, ma negli occhi quest'uomo aveva un qualcosa, una certezza nelle sue capacità che mi colpì e, sia pur riluttante, gli concessi un provino. Fu incredibile, rimasi senza fiato: io avevo visto i migliori ballerini russi ed europei, ma il De Rigobertis mi lasciò senza fiato, sembrava di vedere l'arte, la grazia e la potenza di Nižinskij, Legat, Gerdt e Fokine assieme. in una sola persona". Fu l'inizio di una carriera strepitosa, che lo portò ad esibirsi nei principali teatri d'Europa da Roma a Parigi a San Pietroburgo, e ad offuscare con le sue straordinarie ed inarrivabili capacità tutti gli altri danzatori dell'epoca, provocando una vera e propria catena di suicidi tra questi, disperati dal fatto che non sarebbero mai stati capaci di arrivare a simili altezze.

Fu una carriera però di breve durata. La polizia italiana si era accorta che in concomitanza con la presenza del ballerino nelle diverse città si verificava lo stesso, inspiegabile fenomeno: molti cittadini infatti avevano sporto denuncia affermando che, durante la notte, mentre passeggiavano, erano stati presi a calci nel sedere da qualcuno apparentemente invisibile, dal momento che girandosi per reagire contro il loro aggressore, non vedevano nessuno, ma sentivano solo un veloce scalpiccio allontanarsi.

Nella notte tra il 3 e il 4 febbraio 1907, a Forlimpopoli, la polizia appostata fuori del Gran Hotel Ordelaffi, dove l'artista pernottava riposandosi da uno degli abituali ma sempre clamorosi successi, riuscì a catturare le scarpe del ballerino mentre cercavano di rientrare furtivamente nell'albergo. Dopo il loro arresto, il De Rigobertis venne anch'esso portato in questura e dopo lunghi e pesanti interrogatori, confessò: nel 1902, disperato per la sua inabilità nella danza, aveva fatto un patto col Demonio, e il merito della sua arte non era suo ma andava alle scarpe che il diavolo gli aveva procurato e che lo facevano danzare in maniera eccelsa; in cambio, doveva impegnarsi a lasciare libere le scarpe, la notte, di uscire per andare a prendere a calci i passanti.

Questo segnò ovviamente la fine di Almerindo Fiorindo De Rigobertis, che venne condannato per le aggressioni perpetrate e trascorse gli ultimi anni in carcere, adattandosi a fare piccoli lavori di calzatura per i suoi compagni e per i secondini, Quanto alle scarpe, queste rimasero nella questura di Forlimpopoli, ma una notte riuscirono a sfondare a calci l'armadio dov'erano richiuse, fuggirono e nessuno seppe mai che fine avessero fatto.