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giovedì 7 dicembre 2023
domenica 22 ottobre 2023
La leggenda della torre e delle margherite (racconto)
La Torre e la Margherite
La storia di Lucinda e Lovello è la storia tragica di un amore contrastato, e potrebbe sembrare simile a molte altre vicende, ma ugualmente vale la pena di essere raccontata per una particolarità che la rende veramente unica.
Era Lucinda la giovane e bella moglie di Giovanardo Acquamorta, un rozzo signorotto molto più vecchio della sposa che viveva in un castello poco lontano da Jesi, mentre Lovello era un soldato di ventura che arrivava dal nord e che, stanco di guerre e di armi, aveva deciso di tornare alla propria casa, sul mare, e di fermarsi per mettere su famiglia.
Nel suo viaggio, il reduce arrivò al castello e chiese di poter dormire nella corte e di prendere un po’ d’acqua dal pozzo prima di continuare il suo cammino. Proprio vicino al pozzo, però, incontrò Lucilla e fra i due fu amore a prima vista. Decisero di fuggire assieme quella stessa notte e di raggiungere Senigallia per poi imbarcarsi verso lidi remoti e così fecero, e quando la loro fuga venne scoperta e Giovanardo, colmo d’ira, mandò i suoi uomini a cercarli, loro erano già lontani, prossimi alla meta, e certamente avrebbero fatto in tempo a sfuggire agli inseguitori.
Accadde però che, attraversando le colline attorno a Montignano, da dove già si vedeva il mare vicino, si fermarono all’ombra di una vecchia torre di guardia diroccata per riprendere fiato. Era questo un luogo meraviglioso: attorno alla torre era tutto un incanto di prati con fiori di mille e mille colori e mille profumi, e attorno a loro si sentiva solo la melodia di uccelli che svolazzavano tra viti e alberi carichi di frutti. Caddero allora vittime della malìa del posto e, dimentichi di essere braccati, si fermarono per fare all’amore, e, presi dalla passione, persero la cognizione del tempo.
Questo ritardo fu loro fatale: vennero sorpresi dagli uomini del Giovanardo e uccisi mentre erano ancora abbracciati l’uno all’altra. Il capo degli sgherri, dopo essersi assicurato della loro morte, li abbandonò là, come gli aveva comandato il suo padrone, senza dar loro sepoltura, perché venissero sbranati dai lupi attirati dal loro sangue.
La leggenda vuole però che nella torre abbandonata vivesse un vecchia maga e che questa fece sì che da quello stesso sangue sparso sul prato sbocciassero subito migliaia e migliaia di margherite che ricoprirono completamente i corpi dei due infelici amanti preservandoli così dalla fame degli animali.
Quella torre esiste ancora, e sono molte le coppie di giovani che vanno a giurarsi eterno amore su quello che fu l’incantevole ma tragico scenario della storia d’amore di Lucinda e Lovello. Ma c’è un altro motivo che spinge gli innamorati verso questa valle, e qui la leggenda non c’entra, si tratta piuttosto di una curiosità -o di un mistero, se si preferisce- di carattere scientifico, oggetto di verifiche e studi da botanici di tutto il mondo che però non hanno mai saputo fornire spiegazioni valide a riguardo: tutte le margherite che sbocciano attorno alla torre hanno i petali dispari.
PS
a scanso di equivoci... questa leggenda è inventata, e non credo esistano specie di margherite che hanno solo petali dispari, anche se sarebbe bello. 😉
martedì 11 aprile 2023
Arcobaleni rovesciati (racconti presi di striscio)
Gli arcobaleni rovesciati si vedono di rado, si presentano più come curiosità che come fenomeni atmosferici, stravaganze celesti che però, come tutte le anomalie, servono per farci tenere a mente che esiste sempre un modo differente di vedere le cose.
Così sono questi racconti, altalenanti tra realtà e fantasia, tra bizzarria e paradosso, storie che aprono finestre su mondi dove l'assurdo e il surreale si mischiano con la normalità di tutti i giorni - e viceversa.
Sono racconti leggeri, non pretendono nulla e non risolvono nulla, vogliono solo far sorridere il lettore, magari incuriosirlo e forse, perché no, farlo anche commuovere un po'. Racconti presi di striscio, insomma, ma dove la lettura non è né scontata né banale.
A biliardo, i tiri diretti sono considerati quelli più fattibili, e di solito fanno ottenere risultati migliori, mentre un tiro di striscio invece non lo si fa spesso, perché è facile sbagliarlo e può far perdere. Ma che importanza ha?
Per un'anteprima:
https://www.amazon.it/Arcobaleni-rovesciati-Remo-Badoer/dp/8892383485
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