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Le Mémoires di Jean Monnet sono consultabili su Gallica.
Si tratta delle "Regole transitorie" stabilite nel Golf Club di Richmond nel 1940, quando il campo da golf (che dista poche miglia dal centro di Londra) venne colpito dai bombardamenti della Luftwaffe e alcuni soci stabilirono appunto una serie di comportamenti per fare fronte ad inconvenienti del genere, per primo quello in cui si chiedeva ai giocatori di provvedere alla raccolta di bombe e schegge di granata perché queste non potessero danneggiare le macchine per tagliare l'erba.
Si stabiliva poi, tra le altre cose, che non venissero penalizzati quei giocatori che, durante il bombardamento, interrompevano il gioco per mettersi al riparo, così come non erano previste penalizzazioni quando una palla veniva mossa a causa dell'azione del nemico, oppure doveva essere rimpiazzata perché distrutta o andata perduta. Quando invece la palla finiva in un cratere, venivano indicate le modalità per recuperarla sena incorrere in penalizzazioni, mentre invece se il tiro di un giocatore veniva disturbato dalla simultanea esplosione di una bomba, il tiro poteva essere ripetuto, però il giocatore veniva penalizzato di un colpo.
Probabilmente queste regole erano state scritte in modo ironico (e auto-ironico), ma Joseph Goebbels, ministro della Propaganda di Hitler, le prese sul serio (si sa che nazisti e senso dell'umorismo non vanno tanto d'accordo...) e disse che era un ridicolo esempio di eroismo falso e che in realtà potevano giocare senza pericoli, "perché, come tutti sanno, l'Aeronautica Militare tedesca si dedica solo alla distruzione di obiettivi militari e di obiettivi importanti per lo sforzo bellico". Più avanti però, in un altro bombardamento, le bombe tedesche colpirono di nuovo il Club e ne distrussero la lavanderia... quando si dice il caso, eh?
Fonte: il sito ufficiale del Golf Club di Richmond (da cui è anche stata tratta l'immagine)
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Venne anche utilizzato come pista per corse di cavalli (e non solo cavalli, come vedremo...) in ricorrenze particolari a iniziare dal 1275 quando il comune stabilì che ogni 12 giugno (ricorrenza della caduta di Ezzelino) si tenesse una corsa di cavalli barberi (che qui si deve intendere come cavalli sciolti), e il premio al vincitore consisteva in un panno scarlatto lungo 12 braccia, chiamato palio, perché il pallium era il mantello rosso che Romani portavano sulle spalle. Un'altra occasione di corse celebrative fu, dopo il 1420, il 17 settembre di ogni anno, per festeggiare l'unione di Padova alla Serenissima.
Alcune di queste corse non riguardavano solo i cavalli sciolti, ma anche le corse dei cavalli con fantini, le corse molto popolari delle carrette o delle bighe, la corsa degli asini e la corsa delle... meretrici! Personalmente, non ho mai avuto nessun altro riscontro né in Italia né nel resto del mondo di una corsa con questo genere di concorrenti, anche se pare fosse molto apprezzata, organizzata soprattutto per far bella figura ospiti illustri: le cronache ricordano che nel 1667, in occasione dei festeggiamenti a Ferdinando Duca di Baviera e Carlo Emanuele di Savoia che erano venuti a Padova ospiti di Pio Enea degli Obizzi, venne organizzata " una solenne corsa di barberi, ronzini, asini e donne da partito" (termine abitualmente usato per definire le prostitute).
Certo, si trattava di una cosa ignobile, ma all'epoca il rispetto delle persone e della dignità umana era quello che era -soprattutto delle donne in generale, figuriamoci poi delle prostitute... Tempi andati, speriamo, anche se ogni tanto qualcosa del genere disgraziatamente salta ancora fuori.
Cfr. O. Brentani, Guida di Padova, 1891
PS
A dir la verità, erano importanti anche le corse dei lacché, ma di questo ne parleremo un'altra volta...
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