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giovedì 8 ottobre 2020

Lettere ad Anna 1 - Lettere, lettere

Anna, amore mio

queste non sono le prime lettere che ti scrivo, e ho la vaga idea che non saranno neanche le ultime. Certo, di lettere negli anni (tanti anni... ) ce ne siamo scritte tutti e due, e oltre alle tue lettere ho  conservato anche le buste in cui me le spedivi, buste con cento ghirigori e disegni che solo tu capivi, quando ancora ti firmavi Annetta, con la A maiuscola cerchiata...


E dalle lettere alle più scarne e fredde e-mail il passo è stato breve, poi dalle e-mail agli sms, le comunicazioni si sono per così dire ristrette, come un brodo che cuoce e bolle a lungo, ma proprio come un brodo si sono anche un po' concentrate, e ogni volta, con sempre meno parole, abbiamo continuato a tendere fra di noi un filo, un filo colorato che da parte mia voleva solo dire una cosa, voleva dire che ti volevo bene e che, anche se distanti, anche se assieme ad altre donne (io) o in storie di vario genere, eri sempre un po' con me.


E adesso? Perché ti scrivo ancora lettere, quando magari tu sei nella stanza vicina, con un coro di fusa che accompagna il tuo ronfare leggero?  Bella domanda. perché mi piace scrivere, perché non so cosa fare la mattina presto aspettando il tuo risveglio. Forse per lasciare una… (ops! mi è venuta in mente la parola "testimonianza" ma è meglio che la cancelliamo, ecco: testimonianza). Forse solo perché mi piace scriverti, mi piace scrivere e non c'è bisogno di altri motivi.


E dicendola fino in fondo, motivi veri non ce ne sono, sono le stesse cose che ti ho detto / ti dico un sacco di volte e che, gira e rigira, vogliono solo dire una cosa: che ti amo, Anna, ti amo e basta. Le stesse cose che ti dico abbracciandoti o tenendoti per mano, le stesse che ti dico piano quando sono sveglio di fianco a te e ti guardo dormire. senza però la paura di svegliarti, come succede quando mi metto lentamente accanto a te, sorridendo al tuo ronfare, mi avvicino quel tanto che basta per accarezzarti i capelli alla luce dell'alba-che per me è già giorno. Le stesse cose che ripeto di continuo, forse melense e forse scontate, ma per me ogni volta nuove e felici, come se fosse la prima volta che te le dico.


E adesso vorrei parlarti della prima volta che ti ho detto che ero innamorato di te... ma è un'altra storia, Per ora mi fermo qui, amore mio


il tuo  Sesto Gatto